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simboli di Trieste

Se sei affascinato dai simboli di Trieste ma non conosci la loro storia, allora sei nel posto giusto. Forse non sai che dietro certe immagini si cela una lunga tradizione ignota alla maggior parte delle persone, ma non per questo meno importante.

Di seguito analizzeremo nel dettaglio gli elementi figurativi più caratteristici della città.

Indice

Lo Stemma di Trieste, simbolo di un'antica tradizione

Cominciamo dall’immagine rappresentativa della città, capoluogo del Friuli Venezia-Giulia.

Si tratta di uno scudo gotico rosso a bordo liscio, sul quale spicca un’alabarda bianca o argentea nella parte centrale.

Nell’area superiore è raffigurata una corona color oro con 5 torri stilizzate (in passato 3, con altrettante porte).

stemma trieste

Notiamo subito che, rispetto a molte altre raffigurazioni araldiche, quella di Trieste si differenzia per 2 motivi: l’assenza di uno scudo sannitico (squadrato, con gli angoli inferiori arrotondati) e delle corone di alloro nella parte inferiore dello stemma.

Lo Stato italiano, quindi, ha dato regolari permessi alla regione per mantenere l’aspetto originario dell’immagine.

L’iscrizione attuale (“Di rosso, all’alabarda di San Sergio d’argento“) risale al 3 luglio del 1930, giorno in cui il Capo del Governo ha dato riconoscimento ufficiale all’emblema di Trieste. Tale espressione è registrata nel Libro Araldico degli Enti Morali, dove si trovano anche quelle delle altre amministrazioni italiane.

La blasonatura più antica è riportata in alcuni sigilli e monete coniate tra il 1237 e il 1253 con la frase “Sistilanum Publica Castilir Mare Certos Dat Michi Fines” scritta in stampatello e indicante i confini del Comune.

In quel periodo, infatti, il vescovo Volrico de Portis diede il permesso di riportare lo stemma su denaro e documenti ufficiali.

Tra storia e misticismo: l'alabarda di San Sergio

Uno degli elementi su cui vale la pena soffermarsi (in quanto presente nelle raffigurazioni più significative del capoluogo friulano) è la lancia di San Sergio, morto martire nell’anno 303 e ricordato il 7 ottobre insieme a San Bacco.

Anche se il termine non è corretto, la chiameremo ugualmente alabarda: la doppia punta assomiglia più a quella dello spiedo da guerra.

Ufficiale romano appartenente alla XV Legione Apollinare, San Sergio si convertì al Cristianesimo proprio durante un viaggio a Trieste. Fu scoperto per essersi rifiutato a fare un sacrificio in onore di Giove, ma prima di lasciare la città avvisò gli abitanti che sarebbe arrivato un segno di Dio nel momento della sua morte.

Giunto a destinazione (secondo alcune fonti Roma, mentre per altre Resafa, in Siria) San Sergio ricevette la condanna. Gli conficcarono dei chiodi ai piedi e lo costrinsero a fare il giro degli accampamenti (in latino castra) prima di salire al patibolo, dove venne decapitato.

Secondo i racconti, in quell’istante un’alabarda scese dal cielo nel Foro triestino, oggi Piazza Unità d’Italia.

Qualche secolo più tardi l’arma venne utilizzata durante le Crociate per la sua straordinaria resistenza agli urti e all’erosione.

Qual è il segreto della lancia di San Sergio?

Per molto tempo l’alabarda, riportata oggi anche nella bandiera di Trieste, è stata ritenuta di provenienza divina. La lancia, infatti, è praticamente inattaccabile alla corrosione, oltre a essere refrattaria alla placcatura in argento e in oro.

A oggi molti ricercatori concordano sul fatto che tali caratteristiche siano riconducibili alla realizzazione su un pezzo metallico intero arricchito di fosforo, testimoniata dall’assenza di saldature.

Questa lavorazione, tipicamente orientale, è in grado di ridurre al minimo la porosità del materiale e rendere l’arma resistente.

Un altro simbolo triestino: il "Melone"

La rassegna sugli emblemi di Trieste non sarebbe completa se non includessimo anche “el Melon” o il “Melone”.

Attualmente puoi ammirarlo nel centro storico a pochi passi dal Castello di San Giusto martire (ragion per cui la zona è nota come Colle di San Giusto) su una colonna veneziana del 1560, dove è stato posto nel 1844.

Possiamo consultare dei documenti che confermano l’esistenza di questa scultura in pietra già nel 1421, anno in cui fu spostata dal campanile della Chiesa patronale in seguito a un’alluvione.

Tuttavia, potrebbe essere di origine medievale, in quanto possiamo distinguere 13 spicchi longitudinali. Ogni costolatura, infatti, potrebbe rappresentare una famiglia (Casada) della nobiltà locale.

La forma ricorda quella di un melone disposto in verticale, le cui dimensioni corrispondono a 113 cm in altezza e 215 cm di circonferenza massima.

In cima si trova una riproduzione dell’alabarda di San Sergio, quasi a rafforzare vicendevolmente l’importanza dei due simboli.

Dove si trova l'alabarda originale?

Come già anticipato, la vera lancia di San Sergio non è collocata sopra il “Melon”, ma puoi vederla dentro la Cattedrale di San Giusto, nell’area dedicata al Tesoro.

È scampata al saccheggio del 1984, quando sono stati rubati molti oggetti preziosi all’interno del Duomo.

Oltre all’alabarda puoi trovare manufatti risalenti al periodo romanico, mosaici e affreschi sulla vita del Santo Patrono databili al XII secolo, bassorilievi, sculture e altre attrazioni.

Conclusione

I simboli di Trieste raccontano una storia ricca e affascinante.

L’alabarda di San Sergio, un tempo considerata un’arma di difesa e simbolo di protezione, è oggi rappresentata nello stemma della città. Il “Melone“, anch’esso simbolo storico, richiama tradizioni che si perdono nei secoli.

Questi emblemi non solo rappresentano la città, ma ne custodiscono l’identità e la memoria collettiva.

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